Questa rubrica si propone di diventare un appuntamento fisso con tutti gli amanti della buona tavola e del buon vino. Settimanalmente in questo sito troverete una o più ricette che il Manteca avrà realizzato per voi. Ovviamente resto a vostra disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento.
Buon appetito...Manteca

domenica 23 dicembre 2012

CONCHIGLIA SAINT JACQUES AL GRATIN


La Capasanta o conchiglia di San Giacomo è il simbolo del Pellegrinaggio nella città di Santiago de Compostela.Il Pellegrino o “Peregrino” nel corso dei secoli ha da sempre raccolto sulle spiagge galiziane e sulla costa di Finis Terrae (in lingua galiziana Fisterra) le conchiglie di San Giacomo di Compostela.
La conchiglia di San Giacomo doveva essere cucita sul mantello o sul cappello ed era l’indicazione o il simbolo da mostrare a tutti che il Pellegrino aveva raggiunto e visitato la tomba di San Giacomo nella lontanissima e verdeggiante regione della Galizia nella penisola iberica.

Noi, per creare questo sfizioso antipasto caldo, utilizzeremo il guscio della Saint Jacques che potrete facilmente trovare dal vostro pescivendolo.
INGREDIENTI (non metto le quantità poiché ognuno si gestisce a seconda di quanto vuole riempire la parte concava della conchiglia)

Calamaretti
Cozze
Gamberoni
Prezzemolo
Olio extravergine
Burro
Pane grattato
Sale&Pepe

PREPARAZIONE

Sgusciate i gamberoni e tagliate a tocchetti i calamaretti compresi i ciuffi.

Scottate in padella le cozze per il tempo necessario che si aprano e prelevatene il frutto. In un piatto versate il pane grattato e mischiatelo con il prezzemolo finemente tritato, una presa di sale e una di pepe (mettete anche una noce di burro ammollato per ottenere una migliore gratinatura). Riempite le Saint Jacques con un poco di calamaretti, un gamberone ed un paio di cozze.

Insaporite con un pizzico di sale e un goccio d’olio. Coprite con il pane e prezzemolo il contenuto delle conchiglie (un paio di millimetri al massimo poiché questo è un piatto molto delicato) date un abbondante giro d’olio e ponete in forno caldo per 10 minuti a circa 200-210 gradi.

Se avete la funzione grill utilizzatela altrimenti è lo stesso viene buona ugualmente.
Servite a tavola appena sfornate.

Buon appetito…
Manteca

giovedì 20 dicembre 2012

GULASH CON CIPOLLE


Esistono infinite varianti del gulash, io uso quest’antica ricetta che vede la presenza importante della cipolla. Non abbia timore chi non ama questo vegetale, alla fine della preparazione sarà completamente trasformato in un favoloso sughetto che avvolgerà i pezzi di manzo. Per fare il gulash non ci vuole fretta, anzi per me è una specie di rituale. Consiglio di prepararlo il giorno prima in modo che la carne di manzo prenda bene il sapore del sugo.

INGREDIENTI (per 4-5 persone)

1 kg di spezzatino di manzo
750 gr di cipolle
1 bicchiere di vino rosso (corposo)
1 bicchiere di salsa di pomodoro
olio evo
sale grosso
1 cucchiaio da cucina di paprika piccante
1 cucchiaio da cucina di paprika dolce
brodo vegetale alla bisogna (non serve quasi mai)

 

PREPARAZIONE


In una capace padella con fondo alto scaldate un poco d’olio e aggiungete le cipolle tagliate molto grossolanamente. 

Tenete il fuoco molto basso e se n’avete la possibilità frapponete fra la padella ed il fuoco una piastra in ghisa. Lasciate andare le cipolle per circa 20 minuti a fuoco basso e coperchio sulla pentola (le cipolle non devono soffriggere ma stufarsi lentamente). Girate ogni tanto le cipolle poi, cospargetele con il sale grosso senza rigirarle (il sale oltre che dare sapidità serve per fare uscire i liquidi dalle cipolle) coprite e aspettate che il sale si sia sciolto. Dopo circa 40 minuti da quando le avete messe sul fuoco le cipolle si saranno completamente spappolate, a questo punto inserite i pezzi di manzo, alzate leggermente il fuoco e girate il composto sino a che la carne avrà perso il colore rosso. 

Aggiungete il bicchiere di vino e alzate la fiamma per qualche secondo in maniera di agevolare la vaporizzazione dell’alcol. Una volta completata quest’operazione aggiungete la passata di pomodoro e, se serve, mettete anche un poco di brodo vegetale (di solito il liquido lasciato dalle cipolle è più che sufficiente). Coprite ancora la pentola con il coperchio e a fuoco basso, rigirando ogni tanto fate sobbollire per un ora. A questo punto date l’impronta che deve avere ogni gulash che si rispetti, ossia aggiungete la paprika dolce e piccante e fate sobbollire con le stesse modalità per un'altra ora. 

A questo punto assaggiate ed eventualmente aggiustate di sale e di paprika (dolce o piccante secondo il gusto che volete ottenere) e fate sobbollire ancora per circa mezzora od un ora (dipende dalla dimensione dei pezzi di carne) il vostro gulash che finalmente sarà pronto. Come avrete ben capito la preparazione di questo piatto varia dalle tre alle quattro ore quindi, piatto di lunga preparazione ma di gran soddisfazione.

Come dicevo consiglio di preparare questo piatto il giorno prima per farlo insaporire e quindi scaldarlo per bene e servirlo all’ungherese ossia con patate lessate ben calde. Ovviamente questo piatto si sposa molto bene con una buona polenta. Io lo abbino ad un Cabernet ben strutturato.
 

Buon appetito…
Manteca

mercoledì 5 dicembre 2012

TORTA DI CAROTE E NOCCIOLE


Torta di semplice preparazione ma estremamente gustosa.

INGREDIENTI

200 gr di carote grattugiate a mano
300 gr di farina 00
200 gr di zucchero
2 uova
100 gr di olio di girasole
100 gr di latte
80 gr di nocciole leggermente tostate e tritate
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale
zucchero a velo

PREPARAZIONE

Grattugiate le carote (senza usare tritaverdure o simili poiché uscirebbe acqua dal vegetale) e le nocciole in maniera grossolana. In un recipiente mischiate le uova con lo zucchero (senza montarle) 

e quindi aggiungete tutti gli altri ingredienti tranne lo zucchero a velo. Amalgamate bene il tutto aiutandovi con un cucchiaio. 

Preparate una teglia da forno con il fondo e i fianchi ben imburrati e versatevi il composto. Ponete in forno a 180 gradi per circa 35-40 minuti (per verificare la cottura aiutatevi con uno stecchino di legno che una volta forata la vostra torta deve uscire asciutto). 

Una volta cotta lasciate raffreddare, ponetela su un piatto di portata e cospargetela con zucchero a velo a piacere.

Buon appetito…
Manteca

mercoledì 31 ottobre 2012

STRACOTTO DI MANZO


Un classico della cucina italiana e dell’Italia settentrionale in particolare. Questa è la ricetta del Manteca che ama accompagnare questo maestoso piatto con polenta di Storo. Piatto di semplice realizzazione ma che richiede gran pazienza e dovizia nella scelta della carne.


Ingredienti:

1,5 kg di carne di manzo (sottocoscia)
2 cucchiai di farina
1 spicchio d’aglio
1 foglia d’alloro
1 rametto di rosmarino
3 chiodi di garofano
2 cipolle
3 carote
3 gambe di sedano
¼ di vino rosso corposo (barolo, nebbiolo ecc. ecc.)
1 bicchiere di salsa di pomodoro
½ bicchiere d’olio EVO
sale e pepe QB
qualche cucchiaiata di brodo (se serve)

Preparazione

Legate la carne in maniera che resti compatta durante la lunga cottura.


In un piatto preparate un composto con la farina accompagnata da un poco di sale e di pepe. Fate rotolare la carne sul composto in maniera che tutto il manzo resti ben infarinato (senza esagerare deve risultare un velo di farina sulla carne). 

In un tegame con un bel fondo fate scaldare l’olio e quindi rosolate bene la carne su tutti i lati. Versate il vino sulla carne e fate evaporare la parte alcolica e aggiungete tutte le verdure, che avrete tagliato grossolanamente, e le spezie. 


Abbassate il fuoco e coprite con un coperchio in maniera che le verdure rilascino l’acqua di vegetazione. Dopo circa venti minuti aggiungete il pomodoro e sciacquate il bicchiere con un dito d’acqua calda. Ora, armati d’infinita pazienza, lasciate cuocere a fuoco lento e sopra una piastra in ghisa per circa 4 ore avendo l’accortezza di girare la carne ogni 25-30 minuti. Non dovrebbe essere necessario aggiungere il brodo a meno che la carne e il sugo si attacchino sul fondo (ma se il fuoco è dolce e si usa la piastra in ghisa è molto difficile). Dopo circa due ore assaggiate il sugo e aggiustatelo di sale e pepe (tenendo conto che alla fine il sugo andrà ristretto e quindi aumenterà di sapidità).

Dopo circa 4 ore, se è ben cotta, togliete la carne dal tegame e fate restringere un poco il sugo che avete ottenuto. Una volta ristretto cercate di recuperare la foglia d’alloro e, cosa difficilissima, i chiodi di garofano indi passate il tutto nel passaverdura. 

Avrete ottenuto uno spettacolare sughetto favoloso per accompagnare la carne dello stracotto, da mettere sulla polenta e se si avanza per condirci la pasta il giorno dopo.
Rimettete la carne nella pentola col sugo e lasciate riposare (lo stracotto si realizza il giorno prima) per un giorno.
Quando lo servite tagliatelo a fette non sottili e scaldatelo bene assieme al sugo.
Buon appetito…
Manteca

giovedì 25 ottobre 2012

INVOLTINI DI POLLO


Ricetta estremamente gustosa ed economica. Per una perfetta realizzazione implica una discreta dimestichezza nel disossare. Comunque nulla di drammaticamente difficile.

Ingredienti:

4 Cosce e sotto cosce di pollo
4 Fette di prosciutto cotto
2 etti di fontina tagliata a bastoncino
½ bicchiere di vino bianco
rosmarino
salvia
prezzemolo
olio EVO
sale e pepe qb

Preparazione:

Aiutandovi con uno scortichino disossate accuratamente le cosce e i sottocoscia (mantenendo la pelle). 

Una volta disossati apriteli e farciteli con prezzemolo, fetta di prosciutto, bastoncino di fontina, pizzico di sale e pepe. Chiudeteli e legateli con spago da cucina. 

Poneteli in padella e rosolateli in olio sfumando con mezzo bicchiere di vino bianco. Poneteli in forno con qualche rametto di rosmarino e foglia di salvia. 

Cuocete per circa trenta minuti a 180 gradi (pungete la carne per essere sicuri della perfetta cottura) e servite su un letto di pisellini passati con burro olio e cipolla.

Buon appetito…
Manteca

martedì 9 ottobre 2012

BABA' NATALIZIO

Roberta ci invia la ricetta del suo Babà Natalizio e ci ricorda che per Natale anche le diete vanno a farsi benedire.
 Buon appetito
Manteca


Ingredienti:
quattro uova
250g di farina americana da chiedere al pasticciere di fiducia.
75g di burro
un cubetto di lievito di birra
un cucchiaio e mezzo di zucchero.

Procedimento:
 
Armiamoci di pazienza, care amiche, perchè il Babà è un dolce capriccioso e fa presto a non crescere e darvi il benservito cuocendosi 'ammanzarruto' ovverosia duro. Importantissima è la farina americana che dà una crescita diversa al dolce. Qunque, prendiamo il burro e lo mettiamo in una pentolina a sciogliere. In un' altra pentolina ci mettiamo a sciogliere il lievito di birra. Bene. Quando avrete una crema di burro e di lievito, non troppo dense, prendiamo la ciotola e mettiamoci i 250g di farina americana, rompiamo le uova e iniziamo a sbattere con lo sbattitore Moulinex che vostro marito vi regalò al vostro anniversario di nozze. La farina e le uova sono ben amalgamate e adesso, vai con il burro e, dopo un po' con il lievito di birra sciolto.
Amalgamiamo il tutto e prendiamo una bella teglia, di quelle un po' tonde ai lati e con il coso al centro per far venire il buco. Non usiamo la carta forno ma una passatina alla teglia di burro (senza rimanere i grumi) e una spolverata di farina normale (butteremo la farina in eccesso).
Inforniamo e facciamolo cuocere come se volessimo fare un panettone. Guardiamolo dal vetro del forno: se cresce è ok, se non cresce, la colpa è del Mulinex dell'anniversario e potete prendervela con vostro marito che ha pensato ad uno sbattitore invece di darsi una mossa. Ritorniamo al nostro dolce e mentre lui cresce noi prepariamo il bagnetto per insaporirlo e renderlo morbido. In una ciotola mettiamo mezzo litro d'acqua, 250g di zucchero, 2 bucce di limone e rum.
Driin, il vostro forno vi chiama. Tiriamo fuori il babbà e capovolgiamolo sul piatto da portata. Con un cucchiaio bagnamolo con il bagnetto et Voilà!

Poi, corriamo dal nostro pasticciere di fiducia e facciamoci dare della panna montata. Quando il babà sarà ben bagnato, lo guarniamo con la panna montata e pezzettini di cioccolato fondente lindt.
A Natale anche la dieta va in vacanza! Auguri!
Roberta Scotto Galletta

RISTORANTE BAKE'

RISTORANTE BAKE’
Viale dei Pini
73026 TORRE DELL’ORSO (Lecce)
Info e prenotazioni 338 8822318
(Il locale è aperto dal 1 maggio al 20 settembre dalle 20,00 alle 1,00 circa)
www.bakeristorante.it
 
Terra di contadini il Salento.
Il mare, stupendo, è stato storicamente visto come un pericolo per le popolazioni dell’entroterra.
Il mare era la via attraverso la quale pirati “saracini” compivano le loro scorribande saccheggiando, rapendo e uccidendo la popolazione salentina.
Il timore del mare lo si percepisce dalle tante torri di avvistamento pronte a dare l’allarme al primo scorgere di vele ostili all’orizzonte, si percepisce dalle masserie fortificate, ove i contadini si chiudevano per la notte lasciando le campagne vuote. Questo timore si evince anche dalla cultura gastronomica, ricca di piatti a base di verdura, carne e formaggi mentre il pesce occupa una porzione si importante ma non rilevante come ci si potrebbe aspettare da una provincia circondata dal mare.
Il Manteca conosce bene queste zone e in tanti anni di frequentazione ha visto e provato una moltitudine di locali di ogni forma e fattura è sempre rimasto affascinato da un ristorante e non perde occasione ogni anno di farvi una o più visite restando sempre piacevolmente sorpreso.
Non è un ristorantino vista mare e neppure un luogo dal particolare fascino architettonico anzi e posto sotto i portici di un condominio ma, mai come questa volta si può asserire con certezza che non è l’abito che fa il monaco…
L’ambientazione che Giuseppe Lolli, vero capitano di lungo corso della cucina e della cultura enogastronomica ha saputo creare ricorda il Pequod del famoso romanzo di Melville. Fra cime e gomene, tende come antiche vele, Giuseppe e il suo equipaggio ti accompagnano alla ricerca di Moby Dik, ossia quella chimera del piatto che affonda si le radici nella storia ma mai scontato e rivisto con sapienza e canoscienza.
Tutta questa descrizione serve per introdurre il concetto che non necessariamente se sei in un posto sul mare devi per forza mangiare solo del pesce di mare infatti, il Bakè e noto anche per la possibilità di degustare pesce e carne con dell’ottimo tartufo, bianco e nero, del Salento.
Giuseppe Lolli, profondo conoscitore dei luoghi, cerca il prezioso tubero per arricchire i suoi piatti.
Altra curiosità sicuramente degna di nota è il famoso “pendolo” ovvero un enorme padella che bascula su dei bruciatori. Questo strano “attrezzo”  inventato da Giuseppe permette di realizzare spettacolari spaghettate che vengono realizzate direttamente nella padella. Ovviamente non si tratta solo di cucina spettacolo, in quanto cuocendo e saltando la pasta direttamente nel sugo si ottiene un piatto estremamente ricco di gusto e aromi.
Ma veniamo a noi…
Non mi voglio dilungare in un lungo elenco di piatti anche perche il Bakè ha un ottimo sito ove tutto e descritto alla perfezione, compreso il filmato del famoso “saltiere” in azione ma voglio indicarvi i piatti che, secondo me, sono più interessanti.
Ovviamente, come sempre, il parere è personale e bisogna provare tutto (al Bakè non è una gran fatica)
GLI ANTIPASTI
Dovrei dire l’antipasto della casa, un interessante abbinamento pesce, carne e tartufo che fa bene il sunto della filosofia del locale: crostino al tartufo, filetto di pesce, carpaccio, formaggi freschi, ciliegine e uovo al tegamino
I PRIMI 
Spaghetti allo scoglio (realizzati nel saltiere) e le sagne porcini e tartufo
I SECONDI 
Costolette di agnello alla turca, tagliata di cavallo (impreziosita con una spolverata di tarufo), gratinati di pesce, tonno scottato (limone e tartufo), pepata di cozze e la zuppa di pesce fresco (su prenotazione)
DOLCI 
Sicuramente interessante la coppa con mousse pere e noci. Se come il Manteca anche voi preferite un dolce più robusto chiedete a Giuseppe di farvi assaggiare la sua grappa o il suo mirto.
La CANTINA
Qui bisognerebbe aprire un capitolo a parte in quanto il vulcanico Giuseppe, accanto ad una selezionata carta dei vini che ben si abbinano ai suoi piatti, mette in lista anche degli ottimi vini di sua produzione.
La CUENTA
A mio parere il rapporto prezzo, qualità e quantità e molto buono, comunque tutti i prezzi sono dettagliatamente indicati sul sito.
In conclusione mi sento veramente di consigliarvi questo locale per la sua particolarità nella scelta del menù, per la cura e la ricerca che vi sono dietro ad ogni piatto presentato ed anche per conoscere una “mente culinaria” come Giuseppe Lolli
                                 
                                         LA NOSTRA VALUTAZIONE
Ricordiamo che la valutazione del "Manteca" viene assegnata con il simbolo della falce e martello e prende in considerazione vari aspetti dei locali esaminati
1 f/m=insufficiente  2 f/m=sufficiente  3 f/m=discreto  4 f/m=buono  5 f/m=ottimo
6 f/m eccellenza
AMBIENTE
CUCINA
SERVIZIO
QUALITA'/PREZZO

RISTORANTE CASALE



                       
Una delle regole ferree del turismo enogastronomico impone di non tornare MAI, a distanza di molti anni, in un ristorante che ci ha lasciato un piacevole ricordo.
Questa volta il Manteca l'ha sparata grossa, penserete voi; ma se uno dei cardini della degustazione e' proprio la ricerca dei sapori e dei profumi stivati nella memoria, il seguire pedissequamente la regola del "NON RITORNO" fara' di noi dei semi-gourmet, dei mezzi-Manteca...degli scardinati.
Ci sono canoni dettati dalla parte piu'nobile dell'animo, quella dedita alla speculazione filosofica, all'elevazione spirituale, altri piu' prosaicamente imposti dall'istinto di sopravvivenza.
Luoghi d'eccellenza per la tranquillita' delle sale e la cortesia dei gestori li ritroviamo, anni dopo, infestati da orde di Unni dediti ai piu' riprovevoli sollazzi sotto lo sguardo pilatesco di venali pseudo-ristoratori.
Dove la nostra memoria conserva il ricordo di amene vedute, la cruda realta' ci restituisce patii con vista cavalcavia o ampie finestrature che danno su condominii e supermercati.
Ricordavate un ristorantino dove si mangiava bene a prezzi ragionevoli?
State certi che ritornandovi prenderete una "bastonata" di cui conserverete memoria.
Quell'osteria dove vi hanno servito un'indimenticabile cassoeula, ora si e' riconvertita al brunch (tanto cool)... e dovete pure sgomitare per assicurarvi formaggio tagliato con l'affettatrice e pancetta carbonizzata.
Un riso alla certosina come lo facevano in quel posto non lo avete piu' mangiato. Vi informate se nel locale non e' stata ricavata una banca, se la gestione e' la stessa, se la stagione e' quella giusta per le rane e i gamberi di fiume. Ricevete le piu' ampie rassicurazioni da "fonte attendibile"; per scrupolo incrociate l'informazione con notizie provenienti da "fonte solitamente ben informata".
Vi recate sul posto, con aria circospetta ma sostanzialmente speranzosi, per scoprire che quel giorno non so' quale accidente e' occorso a non so' quale apparecchiatura (una casseruola?una padella? )fondamentale per la preparazione della vivanda oggetto del vostro desio.
Sono vicissitudini che segnano nel profondo.
E' per non veder crollare miti che la regola del "NON RITORNO" va' seguita scrupolosamente.
Ma il Manteca, si sa', e' insofferente alle regole e non accetta imposizione alcuna.
Con grande sprezzo del periglio che gli si palesa innanzi decide di ritornare in uno di quei luoghi assurto, per l'appunto, al rango di mito.

La cantina
Trattasi del Hotel Ristorante Casale sito in Saint-Christophe, ridente (si dice sempre cosi') localita' della Valle d'Aosta, teatro, in anni ormai lontani, di una provvidenziale sosta nel corso di un viaggio iniziatico alla scoperta dei vini di Borgogna.
Colui che ci guido' in quelle, per noi sconosciute, contrade era ben conscio di "andare sul sicuro", avremmo certamente goduto di squisite pietanze accompagnate da una panoplia di proposte enologiche davvero sorprendenti.
Bella forza, il locale e' inserito nel piu' importanti circuiti gastronomici italiani (Buon ricordo, Tavolozza, O.R.P.I. ecc.)e per giunta, il nostro Virgilio vantava una complice amicizia col gestore.
Comunque sia, vuoi per la maestria dello cheff, vuoi per l'arguzia del somelier, vuoi per la piacevolezza dell'occasione si mangio' e si bevve' in modo memorabile.
Trovandosi il Manteca a percorrere quelle valli, per ragioni sulle quali e' pietoso che cali si' da celarne i contorni un velo, ove l'uomo (ma non trascurerei il contributo del bovino) crea quell'autentica leccornia che va' sotto il nome di fontina, decide di sfidare la sorte.
Ben gliene incolse!
Un breve elenco di particolari che hanno mandato in sollucchero il Manteca:
-accoglienza calorosa senza trascurare la forma
-arte, non cose banali, alle pareti
-una tavola imbandita con gusto
-la vicinanza di una vetrina con una vasta scelta di nobili distillati ,che ha permesso, per ingannare il tempo, di fare il gioco del celo-manca (bevuto - non ancora)
-tipicita' del menu'
-cose curiose da assaggiare, senza che diventino l'asse portante del pranzo (non tutti i palati apprezzano certe specialita' estreme)
-qualita' sempre, ma anche la quantita' non guasta (specie da quando una certa pinguedine ha compromesso la sua silouette)
-trovare qualche proposta che susciti l'insopprimibile desiderio di emulazione-riproposizione, in questo caso una terrina di coniglio davvero notevole
-un trattamento economico non piratesco (nella fattiscece di vero favore)
Da segnalare:
-un flan di carciofi di rara delicatezza
-lardo squisito
-deliziose scaloppine in carpione
-la citata terrina di coniglio
-un classico raviolone ricotta e spinaci ma con tuorlo crudo nel ripieno e condito con salsa di asparagi
-tutto cio' che presenta come ingrediente principe l'amatissima fontina
Una grave pecca del Manteca:
non essere riuscito, per mancanza di spazio(addominale)-tempo(percorrenza autostradale) ad esplorare ne' i secondi ne' i dolci, peraltroquesti ultimi presentati su un sontuoso carrello lasciato, con una punta di sadismo, in bella vista.


Il Manteca si ripropone di tornare al piu' presto al ristorante Casale e di fare ammenda ordinando capriolo in tutte le salse.
Di seguito due ricette tratte dal sito www.hotelristorantecasale.it



FONDUTA
Ingredienti per 4 persone
400 gr. di Fontina
2 decilitri di latte
2 tuorli d'uovo
sale, pepe, noce moscata a piacere
Preparazione
Tagliare a dadini la Fontina e metterla a macerare nel latte per un paio d'ore. Cuocere a bagnomaria a fuoco lento, in un recipiente di terracotta per ottenere una crema vellutata, quindi aggiungere i tuorli d'uovo, aggiustare di sale e pepe e servire calda su crostoni di pane.

ZUPPA VALPELEUNENTZE
Ingredienti per 4 persone
50 gr. di cavolo verza
200 gr. di Fontina
300 gr. di pane tostato
3 decilitri di brodo di manzo
cannella, sale e pepe quanto basta
Preparazione
Preparare innanzitutto un buon brodo di manzo aggiungendo mezzo cavolo verza bianco tagliato fine e lasciare cuocere per circa un'ora.
In una pirofila da forno stendere sul fondo dei crostoni di pane tostato, coprire con abbondanti fettine di profumata Fontina,aggiungendo il brodo ed i cavoli continuando a stratificare in modo alterno terminando con lo strato di Fontina. Spolverare con poco pepe e cannella in polvere. Mettere in forno per circa un'ora, quindi servire.

LA NOSTRA VALUTAZIONE
Ricordiamo che la valutazione del "Manteca" viene assegnata con il simbolo della falce e martello e prende in considerazione vari aspetti dei locali esaminati
1 f/m=insufficiente  2 f/m=sufficiente  3 f/m=discreto  4 f/m=buono  5 f/m=ottimo
6 f/m eccellenza
AMBIENTE
CUCINA
SERVIZIO
QUALITA'/PREZZO

MASSERIA GATTAMORA

MASSERIA GATTAMORA
              
Durante un soggiorno in Puglia, e più precisamente nel Salento otrantino, il Manteca, su segnalazione d’amici locali ha visitato l’agriturismo Gattamora.
La masseria, risalente alla fine dell’ottocento, è situata ad Uggiano la Chiesa, paesino dell’entroterra, a circa cinque km da Otranto.
La masseria si presenta ben curata e confortevole, senza cadere nella ridondosità, male comune a molti locali situati in strutture di pregio.
La struttura si presenta con un ampio ingresso dal quale si può accedere sia al ristorante sia alle camere. Sulla destra si apre la sala da pranzo, ricavata in quella che, in origine, doveva essere la stalla.
L’ambiente è diviso in tre navate a volta, sorrette da pilastri in pietra leccese. Quella centrale destinata al passaggio, le laterali destinata ai tavoli.
Da questa sala si accede anche ad un ampio porticato (per la stagione estiva) che si affaccia su un curato giardino.
Dopo questa descrizione veniamo al vero argomento che interessa il Manteca, il ristorante.
Ci accomodiamo nella veranda. Il servizio è veloce, i gestori sono preparati e con un piacevole tono confidenziale, mai fuori delle righe.
I camerieri in divisa, si sono rivelati gentili ed abili nella loro arte.
GLI ANTIPASTI DELLA CASA 
Ovvero una serie di generosi assaggi di piatti caldi e freddi con pesce, verdure, formaggi e tortini. Sono arrivate sul tavolo sette portate, fra le quali ricordo con gran piacere un tiepido tortino di verdure in salsa di carote, un tomino, una deliziosa insalata di mare ed un curatissimo purè di fave con cicoria.
Quest’usanza di servire antipasti in gran quantità è stata spesso criticata dal Manteca, poiché molti ristoratori usano gli antipasti per riempire con prodotti dozzinali lo stomaco dei commensali e servire porzioni scarsissime nelle successive portate nobili.
Questo non accade alla Gattamora. I piatti sono curatissimi ed esplicano in maniera eccellente la funzione dell’entrè, ovvero:Preparare e stuzzicare l’appetito del commensale.
I PRIMI 
Sono, a parere del Manteca, il pezzo forte del ristorante, tutti incentrati sulla cultura e tradizione salentina, permettono, con un uso appropriato di legumi e condimenti, di creare quell’armonia culinaria che rende possibile far convivere sapori diversi senza che nessuno stoni o sovrasti gli altri. Un consiglio: Vermicelli con pasta di ceci, erbette e scamorza affumicata e Tria con noci e pecorino.
I SECONDI 
Nella ricca scelta di secondi ho voluto provare un filetto di carne alla griglia con salvia, accompagnato da patate cotte alla brace. Il risultato piacevole. La carne di qualità, cotta al punto giusto, era ben accompagnata da deliziose patate novelle.
Non contento ho testato una grigliata mediterranea di pesce fresco. Il piatto generoso nelle dimensioni e nel contenuto, si presenta con un paio di gamberoni rossi, un paio di scampi, delle seppioline, una fetta di spada ed una bella triglia di scoglio di generose dimensione, il tutto guarnito da un’alta fetta di melanzana (alla poverella)
Il piatto si fa apprezzare per la freschezza del pesce, l’esatta cottura e, particolare non indifferente, la superba qualità dell’olio che condisce il tutto.
DOLCI 
Pur non essendo particolarmente amante di questi piatti, ho assaggiato un tortino di ricotta con noci, accompagnato da frutta secca legata con miele e ho trovato l’abbinamento veramente azzeccato.
La CANTINA
presenta una buona scelta di vini locali e non, anche se il Manteca ha optato per un bianco della casa sfuso, che si è rivelato un prodotto di buona qualità e che si abbinava molto bene con quasi tutti i piatti assaggiati. Una piccola pecca, non avere in carta un vino rosso sfuso, che ben si accompagnerebbe con i secondi di carne, senza costringere il singolo cliente ad ordinare una bottiglia intera.

PER SAPERNE DI PIU' www.gattamora.it                                                                           
                                         LA NOSTRA VALUTAZIONE
Ricordiamo che la valutazione del "Manteca" viene assegnata con il simbolo della falce e martello e prende in considerazione vari aspetti dei locali esaminati
1 f/m=insufficiente  2 f/m=sufficiente  3 f/m=discreto  4 f/m=buono  5 f/m=ottimo
6 f/m eccellenza
AMBIENTE
CUCINA
SERVIZIO
QUALITA'/PREZZO

OSTERIA DELL'UMBRELER



Questa settimana presentiamo un osteria del cremonese, abbiamo provato l' ambiente, la cucina, la cantina e vi riportiamo le nostre impressioni:
OSTERIA DELL' UMBRELER 
Nella campagna cremonese, a Cicognolo, un piccolo paese che si affaccia sulla statale che unisce Cremona a Mantova abbiamo testato per il Manteca  la cucina dell OSTERIA DELL' UMBRELER. L'osteria è una costruzione di civile abitazione, recente e quindi non collocabile nel novero delle osterie storiche, ma bisogna dire che l' ampia veranda ed i locale interno sono stati sistemati bene e con accortezza tanto da riuscire a trasmettere quel sapore "old Lombardia" che il cliente si aspetta di trovare nelle nostre campagne.Il locali interni sono divisi in due sale, nella prima con la presenza del bancone bar si respira un atmosfera più informale ove è possibile mangiare o bere in grande semplicità, la saletta interna invece rispecchia maggiormente i canoni della "salle a manger" classica.
La Cantina 
La carta dei vini, purtroppo non ci è stata presentata ma uno dei titolari ci ha esposto con competenza una lunga serie di interessanti vini e su suo consiglio abbiamo deciso di iniziare con un Dolcetto d' Alba Bricco Bastia del 2000:
Giudizio spassionato, un vino troppo blando ed inconsistente per accompagnare gli ottimi antipasti. Maggior fortuna abbiamo avuto con uno Zonta Vigneto dei due Santi e sopratutto con un Barbera d' Alba del 1998, vino soave e ubertoso di colore rosso rubino con sentori di viole di campo.
La Cucina
Il menu e risultato di ampia anche se avremmo preferito una maggior attenzione sui piatti caratteristici cremonesi e mantovani, ma questa è una nostra opinone. Abbiamo optato per antipasto di salume d' oca accompagnato da torta salata, veramente spettacolare, per il primo la scelta è caduta su un risotto al pestume, che è risultato perfetto nell' esecuzione (vellutato, ben presentato ecc.) ma carente della rusticità che il piatto richiederebbe.Buoni i pizzoccheri ed i maccheroncini al torchio con sugo di brasato. Per secondo abbiamo provato la tagliata di carne e le costine di maiale, buone ma forse la prima un poco troppo cotta, abbiamo poi toccato il cielo con l' Oca al Forno, veramente speciale.Ottimo, ottimo periodico l' asiet de fromage, formaggi non reclamizzati ma che vi consigliamo veramente di provare, magistralmete accompagnati da una gustosa mostarda casalinga. Per dolce semifreddo al torrone, crostata di mele con pinoli e sopratutto le pere glassate in salsa di brachetto delle quali ci è stata promessa la ricetta.
                                                                                          
                                                              LA NOSTRA VALUTAZIONE
Ricordiamo che la valutazione del "Manteca" viene assegnata con il simbolo della falce e martello e prende in considerazione vari aspetti dei locali esaminati
1 f/m=insufficiente  2 f/m=sufficiente  3 f/m=discreto  4 f/m=buono  5 f/m=ottimo
6 f/m eccellenza
AMBIENTE
CUCINA
SERVIZIO
QUALITA'/PREZZO







giovedì 27 settembre 2012

RISTORANTE VECCHIA CASCINA

RISTORANTE VECCHIA CASCINA
16/18, V. Amilcare Ponchielli
San Martino In Beliseto, Cremona 26022
Telefono: 0372-426675
 
Il pesce di mare nel bel mezzo della bassa cremonese?
Difficile ma non impossibile! In tanti ci hanno provato, in pochi ci sono riusciti. Fra i primi, se non il primo, sicuramente il Ristorante Verdi di Castelvetro Piacentino che negli anni sessanta già presentava stabilmente piatti di pesce di mare di buona fattura nel menù.
In questi decenni ci sono stati altri ristoranti che hanno presentato un’ottima selezione di piatti “di mare” ma bisogna dire che vi è stata un’infinità di locali che presentavano un prodotto non all’altezza.
Su segnalazione di alcuni amici ho voluto testare (più volte) il Ristorante Vecchia Cascina a San Martino in Beliseto appena fuori Cremona. Ristorante che operava da diversi anni ma che è stato recentemente completamente rinnovato nella struttura mantenendo i gestori di origini e cultura culinaria partenopea.
Il primo impatto è sicuramente positivo, la struttura è la classica cascina cremonese a “corte chiusa” ben ristrutturata senza stravolgerne i classici tratti. All’ingresso trovate il menù con chiaramente indicati i prezzi (questo dovrebbe valere per tutti i ristoranti poiché è obbligatorio per legge). Appena entrati, vi accoglie una gentile signora che vi accompagna al vostro tavolo. Il locale internamente rispecchia la cura notata nella sistemazione degli esterni, è diviso in più salette e la tavola è ben preparata con elegante tovaglia e tovaglioli in stoffa. Quando la stagione lo permette si può mangiare nella corte esterna.
L’attesa non è mai lunga prima che il premuroso personale venga ad assistervi.
Va bene, bando ai convenevoli, partiamo. AH… una piccola premessa attenzione le porzioni alla Vecchia Cascina sono veramente ma veramente generose.
GLI ANTIPASTI
Anche se come risaputo, da altre recensioni, non amo particolarmente questo piatto in quanto spesso dozzinale qui sono ben curati, tanto da poter essere tranquillamente paragonati alle portate principali.
Sono tutti validi, ma degni, di nota sono sicuramente il soutè di cozze e vongole (qui ogni dieta va a farsi benedire in quanto complice un favoloso pane fatto in casa la scarpetta diventa un obbligo), il misto marinato con salmone, pesce spada, gianchetti, gamberi, cozze e vongole e i gratinati.

I PRIMI 
Fra i primi pongo sicuramente all’attenzione del lettore gli spaghetti allo scoglio, alle vongole, le linguine all’astice o all’aragosta e i paccheri con i calamari.
I SECONDI 
A mio parere sono il piatto forte del locale e fra i miei preferiti metto sicuramente il fritto misto, il calamaro ripieno ma soprattutto l’impressionante grigliata mista (sia nella versione con spinato che quella senza) che oserei dire piatto esaustivo.
DOLCI 
Perdonatemi, non sono mai riuscito (anche il mio intestino ha un limite) ad assaggiarli ma sarò ben felice di aggiornare la recensione appena ci riuscirò.
La CANTINA
Presenta una buona selezione di vini bianchi (in quanto il menù è esclusivamente di pesce) anche se devo dire che il Manteca opta spesso per il bianco sfuso leggermente frizzante della casa che ben si coniuga con le varie portate.
In conclusione la Vecchia Cascina è veramente una piacevole sorpresa per chi ama il pesce di mare. Inoltre la cucina segue il vecchio e saggio detto che il pesce buono deve essere fresco e che quando il pesce è fresco meno lo elabori nella cottura migliore è.
La CUENTA
Premesso che, stiamo mangiando dell’ottimo pesce e viste le dimensioni delle portate (solo un samurai, disperso da vent’anni in qualche foresta riuscirebbe a mangiare antipasto, primo e secondo) che consentono con due piatti di togliersi la voglia di pesce di mare si resta tranquillamente intorno ai 30-35 euro che mi sembra un prezzo più che onesto.
                                  
                                         LA NOSTRA VALUTAZIONE
Ricordiamo che la valutazione del "Manteca" viene assegnata con il simbolo della falce e martello e prende in considerazione vari aspetti dei locali esaminati
1 f/m=insufficiente  2 f/m=sufficiente  3 f/m=discreto  4 f/m=buono  5 f/m=ottimo
6 f/m eccellenza
AMBIENTE
CUCINA
SERVIZIO
QUALITA'/PREZZO